I Bambini

Guide Utili sui Bambini

Allattamento a Richiesta – Come Funziona

Per allattamento a richiesta si intende una pratica di allattamento che vede la madre offrire il seno o il biberon al proprio neonato solo quando il piccolo mostra l’esigenza di mangiare, attraverso segnali più comuni, ma che variano a seconda della personalità e delle abitudini del bambino.

I bambini che hanno fame di solito piangono rumorosamente, agitano le mani e i piedi, aprono la bocca come per cercare qualcosa a cui aggrapparsi, iniziano a battere la lingua sul palato o si leccano le labbra. Ogni neonato, però, assume dei comportamenti differenti e sta alla madre doverli imparare, per capire i momenti adatti in cui offrire il nutrimento al proprio figlio.

L’allattamento a richiesta è una pratica su cui vi sono varie voci discordi. Alcuni medici la consigliano in quanto tende a regolarizzare la produzione di latte nella madre, più il bambino trascorre momenti della sua giornata a succhiare dal seno, più il cervello della madre produce prolattina, molti psicologi però sono a sfavore di questa metodologia di allattamento, in quanto il neonato potrebbe tendere a associare il proprio pianto con l’attività del cibarsi, diventando sempre più viziato dalla madre e instaurando con lei un rapporto di dipendenza, da cui viene difficile staccarsi.

Naturalmente, però, la scelta dipende soltanto dalla madre, che deve consultare il pediatra a partire dai primi giorni per conoscere tutti i vantaggi e gli svantaggi dell’allattamento a richiesta.

Come si procede con l’allattamento a richiesta

Nel caso in cui si decida di praticare questo tipo di allattamento, bisogna intanto imparare a conoscere alla perfezione i movimenti e le espressioni del proprio piccolo, per capire quando offrirgli il latte. Se il bambino piange o assume degli atteggiamenti tipici di quando ha fame, si può procedere con la poppata.

Il seno o il biberon vanno offerti al neonato in maniera del tutto naturale, fino a quando il piccolo non inizia a succhiare e a nutrirsi. L’alimentazione non va interrotta, se non quando il piccolo si stacca dal seno definitivamente, per desiderare di non tornarci più; quindi si può procedere facendogli fare il classico ruttino.

Se il piccolo dopo una prima fase sembra sazio ma poi vuole continuare, gli si deve offrire nuovamente il seno fino a quando non si stacca di nuovo. Bisogna agire in questo modo sopratutto nei primi giorni, dove il nutrimento è particolarmente importante.

Nel caso in cui la madre sia preoccupata di non capire quanto latte il bambino stia succhiando e per quanto tempo, vista magari la discontinuità della sua voglia, non è necessario preoccuparsi, in quanto i neonati sono pienamente in grado di regolare la durata e il livello di nutrimento necessario a sopperire al loro bisogno.

Se è evidente che il piccolo si è nutrito troppo poco, è possibile procedere offrendo al bambino altri liquidi, come il latte artificiale Così facendo, però, la madre non otterrebbe alcun giovamento dal punto di vista della produzione del latte, che sarebbe simile a quella praticata durante l’allattamento puntuale a orari stabiliti dal pediatra.

Come regolarsi per la quantità di latte da dare al bambino

Nonostante i bambini siano tutti diversi e il loro bisogno di nutrirsi vari a seconda del peso e dell’età, di solito ogni neonato fino all’età di sei mesi tende a volere mangiare circa otto volte al giorno, in ogni caso minimo cinque volte e massimo dodici volte o poco di più.

Alcuni sostengono che i bambini allattati con questa pratica a richiesta tendano a avere meno fame e a ridurre spontaneamente il numero di poppate giornaliere. Ciò avviene, però, solo per un piccolo numero di bambini, mentre gli altri continuano su un livello simile o addirittura aumentano il proprio senso di fame.

Molte mamme si chiedono se debbano offrire al piccolo solo una mammella o entrambe durante le poppate, in realtà è necessario iniziare con una mammella sola, a cui il bambino deve aggrapparsi fino a quando questa non smetta di produrre latte e inizi a sprigionare la parte più grassa del liquido. Una volta conclusa la poppata con una mammella, si può procedere con l’altra oppure no, a seconda del desiderio del bambino, che potrebbe anche già mostrarsi sazio.

Risulta essere assolutamente sconsigliato staccare dal seno il bambino prima dell’arrivo della parte grassa del liquido, in quanto ciò potrebbe causare l’arresto della produzione del nuovo latte e l’insorgenza della ragadi, che invece vengono combattute adottando la prima pratica sopracitata.

Prima di adottare questa pratica di allattamento a richiesta bisogna però consultare il proprio pediatra di fiducia, per non trascurare eventuali patologie o problematiche che potrebbero affliggere il bambino e per le quali bisognerebbe magari necessariamente adottare un tipo di allattamento regolare e puntuale, che offra al piccolo un certo numero di litri di latte al giorno.

Come Vestire un Neonato

In questa guida mettiamo a disposizione alcuni consigli utili su come vestire un neonato.

Il neonato è molto delicato, ha bisogno di cure e di attenzioni relativamente a ogni aspetto. Sapere come vestire il proprio bambino è molto importante, in quanto gli indumenti giusti proteggono i neonati dalle variazioni di temperatura, li fanno stare comodi e evitano l’insorgere delle fastidiosissime dermatiti da contatto.

Sapere ogni quanto lavare i vestiti del proprio bambino, naturalmente conoscendo le sue abitudini, è molto importante, per assicurargli una corretta igiene, mantenerlo profumato, pulito e sopratutto asciutto.

Come vestire un neonato in base alle stagioni

Il bambino di pochi mesi va assolutamente protetto dalle variazioni di temperatura, che potrebbero farlo ammalare, con l’insorgere di influenze, febbri, tosse, catarro e muco, ma anche di brutte screpolature alla pelle, di geloni e di lividi, naturalmente solo nei casi più estremi..

In inverno il bambino va coperto molto, per non fargli percepire il freddo, la lana è un materiale sconsigliato, in quanto risulta particolarmente irritante per le pelli dei più piccoli. Risulta essere molto adatto, invece, il cotone felpato e qualsiasi tessuto pesante anallergico. L’ideale sarebbe vestirlo a cipolla con due o più felpe, che possano proteggerlo. Risulta essere questo il periodo per sfoggiare guanti, sciarpe, body, cappelli e scarpe di spugna, che, oltre a essere esteticamente molto graziosi, nascondono le parti più delicate del corpo, come la testa, le mani e i piedi.

In estate non bisogna mai lasciare senza vestiti il bambino, in quanto anche in questo periodo può essere soggetto a influenze di stagione, basta una canottiera di cotone, indispensabile per assorbire l’eventuale sudorazione eccessiva, e un pantalone corto comodo. Durante i mesi più caldi il bambino va cambiato spesso e i vestiti vanno lavati, in quanto bisogna assolutamente evitare di mantenerlo abbigliato con indumenti pieni di sudore, che potrebbero farlo ammalare.

Durante le mezze stagioni, invece, si può essere più elastici e vestire il neonato come meglio si crede, anche se non possono mancare giacche a vento e sopratutto sciarpe confortevoli in cotone, che proteggono la gola dei più piccoli.

Gli indumenti perfetti per neonati

Il capo d’abbigliamento immancabile per un bambino è sicuramente la canottiera, da utilizzare sia in estate che in inverno.

Per il sotto, naturalmente bisogna mettere il pannolino e evitare l’uso di mutandine copri pannolino troppo strette o in materiali sintetici, che potrebbero causare brutte dermatiti, la mutandina va scelta piuttosto di una misura in più, ma mai di una in meno o della stessa con cui ci si regola per i vestiti; bisogna ricordare, infatti, che il pannolino tende a aumentare il proprio volume quando è pieno d e quindi bisogna adattarsi anche a questa evenienza.

Molti genitori acquistano fascette per il seno per le neonate unicamente per bellezza, questo tipo di indumento è assolutamente inutile e deve essere bandito dall’armadio delle bambine, che devono invece sentirsi libere e comode.

Le scarpe sono utili quando composte da materiali di stoffa, che possono garantire al bambino la protezione dalle temperature esterne e conservare la sua temperatura interna, quando le scarpe sono di plastica e mancano di pesanti rivestimenti interni, sono inutili e procurano soltanto fastidio a un bambino che non ha l’utilità di mettersi in piedi, in quanto nei primi mesi non riesce neppure a reggersi da seduto.

Le calze sono un altro indumento indispensabile, in quanto proteggono i piedi, spesso a contatto con l’umidità delle superfici che circondano il neonato. Devono essere in un tessuto morbido e anallergico, visto che essendo il piede il punto del corpo con maggiore produzione di sudore, è bene assicurarsi di evitare l’insorgenza di problemi.

Ogni quanto cambiare e lavare i vestiti di un neonato

Ogni quante ore sia giusto cambiare l’abbigliamento del bambino dipende dalle abitudini e dalle caratteristiche del neonato, se il piccolo tende a fare i bisogni molto spesso e in maniera abbondante, è probabile che gli odori si trasmettano dal pannolino ai pantaloni; per questa ragione, sarebbe meglio cambiare il neonato ogni volta che fa i bisogni.

Se il bambino non ha problemi del genere, ci si può basare sulla sudorazione, sopratutto nelle stagioni estive e nei periodi più caldi dell’anno. Nel mese di agosto, per esempio, la canottiera andrebbe in media cambiata minimo quattro volte al giorno, naturalmente ciò varrebbe nel caso in cui il bambino è spesso fuori casa, mentre, negli ambienti refrigerati, anche solo una volta al giorno.

La lavatrice andrebbe fatta quotidianamente, a maggiore ragione se il bambino non possiede ancora una grande varietà di vestiti e fosse solo ai primi giorni di vita.

L’abbigliamento invernale può contare di pochi capi, visto che tendono a sporcarsi difficilmente, ma, durante il periodo estivo, è bene dotarsi di molte magliette e pantaloncini, che sono comunque molto più economici delle felpe e dei pantaloni invernali.

Accappatoio per Neonato – Come Sceglierlo

L’accappatoio è un indumento che non può mancare tra quelli di un bambino, sopratutto se appena nato. A partire dalle prime ore dalla nascita, infatti, dopo ogni bagnetto, il neonato va avvolto con l’accappatoio, che assorbe l’acqua in eccesso e consente di mantenere la sua temperatura corporea a 37 gradi costanti, la stessa temperatura che era presente all’interno dell’utero materno durante la gravidanza.

L’accappatoio è il più confortevole tra i vestiti, in quanto non stringe il corpo del bambino, lo fa sentire protetto dal senso di freddo tipico dei minuti successivi al bagnetto e ha un tessuto molto morbido. Per fare in modo, però, l’accappatoio apporti tutti questi benefici al bambino, c’è bisogno che questo venga scelto adeguatamente e in base all’età e alle esigenze del proprio piccolo.

accappatoio

Modelli di accappatoi per neonato

Esistono vari tipi di accappatoi per neonato presenti in commercio e reperibili in tutti i più grandi magazzini, i supermercati oppure nei negozi che vendono indumenti per neonati, quelli quadrati e quelli con le maniche sono i più comuni.

Quelli di forma quadrata sono i più diffusi e i più economici. I tre lati del quadrato sono quelli utilizzati per coprire il corpo e le parti intime, mentre il quarto lato serve da cappuccio per proteggere la testa del neonato. Si tratta dell’accappatoio più comodo e adatto ai primi giorni del piccolo, in quanto questi non è ancora abile a assumere una posizione eretta e quindi viene asciugato dalla madre, mentre è sdraiato. Risulta essere una sorta di morbida copertina, spesso completamente in cotone.

Poi vi è il poncho, un indumento molto creativo e bizzarro che può essere sia dotato di maniche, che privo di queste, a seconda delle esigenze e dell’età del piccolo. Se si tratta di un neonato, è consigliato l’uso del poncho smanicato, per evitare di perdere troppo tempo a infilare le maniche al bambino, quando invece andrebbe coperto il più velocemente possibile. Questi indumenti sono dotati di cappuccio a punta molto morbido, ma spesso non arrivano a coprire tutti gli arti inferiori.

I più noti sono i classici accappatoi che arrivano al ginocchio e sono dotati di un grande cappuccio e di maniche che possono essere sia lunghe che corte. Questo modello è sconsigliato per i bambini appena nati, ma è perfetto per quelli più grandi.

I materiali e le trame degli accappatoi

L’accappatoio per neonato può essere sia di cotone che in spugna, a seconda delle preferenze. La spugna è un materiale più ruvido rispetto al cotone e spesso può irritare la pelle del bambino, se molto delicato e appena nato, questi tipi di accappatoi, però, assorbono maggiormente l’acqua, mantenendo allo stesso tempo l’indumento asciutto, e assicurano, quindi, al bambino di non raffreddarsi. Gli accappatoi in cotone, invece, sono molto più morbidi e anallergici, però hanno una scarsa capacità assorbente e per questo il bambino rischia di rimanere umido, se lasciato per troppo tempo avvolto all’indumento.

Gli accappatoi in questione vanno lavati in lavatrice ad una temperatura di 40 gradi, con un lavaggio privo di candeggio e mai a secco, se si desidera asciugarli in essiccatoio, si dovrebbe fare con una temperatura moderata. Non devono essere puliti dopo ogni bagno, ma basta una volta a settimana, in quanto si tratta di vestiti che il bambino indossa unicamente quanto è pulito e profumato, naturalmente, nel caso in cui il piccolo facesse per sbaglio i suoi bisogni, andrebbe lavato immediatamente. Possono essere stirati con ferro caldo.

Gli accappatoi possono essere dei costumi simpatici, che invogliano i bambini a vestirsi, in quanto costituiti da trame colorate o in tinta unita, da patch a forma di animali, che possono essere applicate dai genitori stessi, a seconda dei gusti.

Come e Quando Togliere il Pannolino – Guida

In questa guida mettiamo a disposizione alcuni consigli utili su quando e come togliere il pannolino.

Il pannolino è il migliore amico del neonato. Lo fa sentire protetto, a volte scomodo, ma è un indumento indispensabile, fino a quando il bambino non impara a utilizzare vasino e water, oggetti molto temuti dai più piccoli.

come togliere il pannolino

Quando e come togliere il pannolino sono assolutamente delle scelte soggettive, che variano a seconda delle esigenze dei genitori e della maturità dei bambini. Ci sono persone che addirittura obbligano i figli, non pronti, a stare senza pannolino dai sei mesi in poi, e altri, che, invece, aspettano il più possibile; vi sono addirittura bambini che non vogliono portare il pannolino e che desiderano usare i servizi igienici, magari perché l’indumento non è della misura giusta e risulta essere scomodo, oppure perché vogliono sentirsi grandi e si considerano pronti.

Quando togliere il pannolino

Una cosa però è certa, il pannolino è assolutamente vietato ai bambini dai 2 anni in su, che si approssimano a frequentare l’asilo, ambiente in cui questo indumento non è consentito, visto che le maestre e le bidelle non possono cambiare i piccoli e pulirli nell’arco della giornata, ma ogni bambino dovrebbe iniziare la scuola, già sapendo cavarsela da solo in bagno.

In media il pannolino va tolto durante la primavera, per fare passare al bambino la prima estate senza questo indumento e consentirgli di abituarsi in previsione di settembre. Un altro motivo, per il quale è consigliabile introdurre questo cambiamento in primavera e a ridosso dell’estate, è perché i vestiti estivi sono leggermente più gestibili dal punto di vista del lavaggio e del trasporto e quindi, nel caso in cui il bambino li sporcasse, costerebbe meno fatica per i genitori occuparsene.

Come togliere il pannolino

Si consiglia di andare a comprare insieme il vasino nei grandi supermercati e magari di farlo scegliere al bambino, piccolo, colorato, di varie forme, con trame sul tema dei cartoni animati del momento, in qualsiasi modo esso sia, bisogna fare decidere al bambino quale voglia e accontentarlo. Naturalmente, prima o durante l’acquisto, va spiegato al piccolo cosa sia il vasino, a cosa serva, quali siano i suoi principali benefici e i suoi vantaggi rispetto al pannolino.

Risulta essere necessaria una critica nei confronti del pannolino con la conseguente esposizione di tutti i fattori negativi, bisogna fare capire al bambino che il pannolino è ingombrante, troppo stretto, che modifica le sue forme e sopratutto, frase spaventosa per i bambini, è da piccoli.

I genitori, che sono intenti a prendere questa decisione, devono però sapere che sarà per loro un grande periodo di stress, in cui dovranno lavare in continuazione mutandine, slip e pantaloni, sopratutto a causa dell’urina, che viene assorbita da tutti i tessuti, che dovranno sopportare i cattivi odori e spiegare alle persone che circondano loro e il bambino cosa stia succedendo.

Come reagire agli imprevisti

Madri e padri non dovranno demordere, in quanto queste fasi sono normalissime tappe per ogni piccolo. Risulta essere necessario chiedere puntualmente al bambino se senta il bisogno di andare in bagno, naturalmente senza stressarlo troppo, ma per cercare di prevenire il danno. Risulta essere bene portarlo in luoghi in cui sono disponibili servizi igienici, come negozi, parchi, case.

Nel caso in cui, molto raro ma possibile, il bambino si rifiuti di andare in bagno, non bisogna assolutamente ritornare sui propri passi rimettendo il pannolino, questo è diseducativo per il bambino, che potrebbe poi metterci moltissimo a raggiungere le propria autonomia. Piuttosto, è possibile abituarlo a sentirsi costantemente bagnato o con cattivi odori addosso, in modo da metterlo in imbarazzo e fargli venire da solo la voglia di andare a fare i bisogni altrove.

Di solito i primi miglioramenti si notano nell’arco di 10 giorni, ma nel caso in cui i tempi si prolunghino di molto e sia già arrivato il momento della scuola, è bene comunicare la faccenda alle insegnanti e trovare un compromesso con loro, se si dichiarassero assolutamente intransigenti sul tema, sarebbe meglio prendere una baby sitter o provare in un altro asilo, ma in nessuna occasione sarebbe consigliato rimettere il pannolino.

Come Capire se il Neonato ha Fame

In questa guida mettiamo a disposizione consigli utili su come capire se il neonato ha fame.

I neonati non sono ancora in grado di comunicare i loro bisogni a parole o a gesti. Spesso lo fanno piangendo o agitandosi, è molto difficile per i genitori capire se il bambino ha fame, sopratutto quando questo ha solo pochi giorni. Risulta essere necessario passare molto tempo con il piccolo per conoscere i suoi comportamenti e quindi riuscire a notare come si atteggia quando ha fame.

In ogni caso, un neonato non dovrebbe mai arrivare al punto di piangere ininterrottamente perchè ha bisogno del latte, in quanto, a partire dai primi giorni, viene consegnato alla madre il calendario e gli orari in cui effettuare le poppate, appuntamenti che vanno rispettati con precisione, per evitare che il piccolo risulti essere non nutrito nel modo giusto e di conseguenza non si sviluppi nella maniera corretta.

Le madri, di solito, rispettano le poppate, e sentono, grazie al rapporto che le lega al piccolo, quando devono somministrargli del latte fuori orario, nel caso in cui il neonato senta particolarmente fame.

La maggioranza dei neonati tende a piangere disperatamente quando ha fame, ma l’atteggiamento non deve assolutamente essere considerato oggettivo, in quanto molti piccoli piangono semplicemente perché vogliono essere presi in braccio, hanno troppo caldo, non riescono a addormentarsi. Oltre al pianto, vi sono dei segnali corporei che i piccoli emanano, e risulta essere importante che ogni genitore li sappia interpretare:

Molti neonati schioccano la lingua sul palato, come per imitare il movimento compiuto durante la poppata, altri leccano le labbra o le gengive. Quando il neonato arriva in questa fase, è bene iniziare la poppata, per evitare di farlo successivamente, quando è troppo agitato e potrebbe addirittura mordere il seno o essere talmente stressato da non voler mangiare più. Quando il bambino è troppo esasperato, invece, di solito inizia a agitarsi nervosamente, a cercare con gli occhi il seno materno, a respirare in modo molto veloce e a stringere gli arti della mamma, dando anche dei pizzicotti, dopo di che comincia a succhiare o a mettere in generale in bocca qualsiasi cosa gli capiti per mano, il dito, le maniche della maglietta, giocattoli.

Naturalmente ogni bambino è diverso e assume vari comportamenti quando ha fame, ma quelli indicati in precedenza sono quelli più diffusi. In ogni caso sta ai genitori e sopratutto alla madre, la quale deve allattarlo puntualmente, imparare a conoscere come si atteggia il proprio piccolo, quando ha fame, per raggiungere la capacità di notare anche quando il bambino stranamente è inappetente.

Capire se il neonato ha fame richiede quindi tempo.

Come Organizzare una Caccia al Tesoro per Bambini

Una caccia al tesoro è un momento di incontro per i bambini della medesima età, che si ritrovano a festeggiare un compleanno o qualsiasi altro avvenimento che li riunisca. La caccia al tesoro è un espediente molto utile, usato dagli adulti per distrarre i bambini e tenerli impegnati: è un gioco adatto sopratutto al periodo estivo in quanto è preferibile realizzarlo all’aperto per avere una scelta più ampia di posti in cui inserire oggetti segreti e bigliettini divertenti.

Se si hanno l’interesse e la voglia di organizzare una caccia al tesoro, intanto bisogna selezionare un certo numero di bambini, anche in base allo spazio che si ha a disposizione, per evitare che i piccoli risultino troppo ammassati tra loro e che lo spazio di gioco si riduca, riducendo di conseguenza anche il numero dei luoghi in cui è possibile nascondere oggetti e biglietti.

Dopo averw stabilito il numero, bisogna spedire gli inviti, più colorati e giocosi possibili, in cui si specifica il gioco, il tema della festa, l’abito e naturalmente il giorno, l’orario e il luogo di incontro. Per quanto riguarda il tema, questo va scelto in base alle risorse che si hanno a disposizione e al budget, i cui fondi devono essere completamente spesi in negozi specializzati nelle feste e che si occupano del diletto dei bambini: il tema può essere il far west, un mondo fatato, peppa pig, masha e orso o altri cartoni animati del momento, e il luogo naturalmente va addobbato in base al tema, quindi sabbia finta, cavalli di cartone e locande, se è il far west, per esempio.

Per quanto riguarda, invece, l’abito, bisogna evitare di invitare i bambini a abbigliarsi con vestiti troppo ampi, voluminosi, ingombranti, e che impediscono ai piccoli di muoversi in completa libertà, visto che durante le cacce al tesoro è necessario anche correre per raggiungere gli obiettivi, sono consigliati, invece, gli accessori, come i cappelli, gli scettri, le spade, le cinture, le scarpe particolari, che possono essere comprati dai genitori dei bambini oppure direttamente dall’organizzatore della caccia al tesoro, che li inserisce in una cesta, che pone all’ingresso del percorso di caccia, ogni bambino deve scegliere in completa libertà il proprio accessorio, che lo accompagna durante tutto il gioco.

La caccia al tesoro consiste nella creazione di vari biglietti divertenti, che possono citare frasi note, locuzioni dette spesso dai bambini in questione, frasi dei cartoni animati o dei film per bambini, oppure le classiche filastrocche in rima, che possono essere copiate da Internet oppure create in maniera divertente dall’organizzatore.

Le frasi poste sui biglietti devono essere scritte in modo tale da indirizzare in maniera semplice i bambini nei luoghi in cui trovano poi gli oggetti misteriosi, da decifrare per arrivare alla tappa successiva, per non fare annoiare i bambini, si consiglia di dividere la caccia al tesoro in massimo dieci tappe e di fare recuperare loro degli oggetti che possono tenere e portare a casa; quindi è bene informarsi sui loro gusti, per soddisfarli a pieno.

Tra gli oggetti misteriosi possono essere posti anche dolcetti, come muffin, cupcake, soldini di cioccolato, carbone zuccherato, caramelle gommose, marshmallow, barrette di cioccolato. Una volta compiuto tutto il percorso, i bambini trovano il tanto desiderato tesoro, che può essere un gioco che, mediante un sorteggio, viene assegnato a uno di loro, oppure un gioco da fare in comune, come un gioco da tavolo.

Come Asciugare i Capelli di un Neonato

In questa guida mettiamo a disposizione consigli utili su come asciugare i capelli di un neonato.

Il capo di un neonato, specialmente se molto piccolo, deve essere trattato con particolare attenzione, la calotta cranica, infatti, è delicata durante le prime settimane di vita, visto che le linee di giunzione, che si trovano tra le ossa piatte, due parietali, due temporali, una frontale e una occipitale, sono costituite unicamente da tessuto fibroso, che non si è ancora ossificato.

Questa condizione può creare dei disagi a chiunque tocchi il bambino, che è costretto a maneggiarlo con estrema cura, a mantenere la testa particolarmente asciutta e a asciugare i capelli in maniera diversa rispetto ai piccoli di altre età, eppure le cosiddette fontanelle sono molto utili, perché consentono, durante il parto, al bambino di uscire dal canale con più facilità e garantiscono l’espansione e la crescita corretta del cervello del neonato.

Per questi motivi, bisogna effettuare il bagnetto in maniera delicata, con particolare attenzione per lo shampoo, è necessario utilizzare un prodotto neutro e specifico per neonati, che non aggredisca il cuoio, provocando arrossamenti o pelle screpolata, e che sia anallergico. Dopo un’abbondante risciacquo con acqua corrente tiepida, si può proseguire con l’asciugatura, se il bambino ha pochi capelli, si può attendere che questi si asciughino naturalmente, solo con il calore del sole, tamponandoli in maniera leggera con un’asciugamani in lino o in micro fibra di cotone.

La scelta del tessuto dell’asciugamano è molto importante, in quanto il materiale potrebbe provocare fastidi al bambino come allergie, dermatiti, arrossamenti e bollicine, che rischierebbero di protrarsi per lunghe settimane, sono particolarmente consigliati i tessuti di colore bianco, che non lascino residui e che siano morbidi. La testa del bambino non va totalmente avvolta con la stoffa, ma va solo tamponata di tanto in tanto per evitare gocciolamenti.

Nel caso in cui il neonato possedesse molti capelli e anche ricci, è  consigliato districarli, anche per facilitarne l’asciugatura, con una spazzola dalle setole morbide, acquistabile in tutti i negozi specializzati per bambini e per l’infanzia. Se si notato dei nodi, è bene scioglierli spalmando un olio adatto a questa procedura,: è assolutamente sconsigliato intervenire con aggressività.

Se non si volesse attendere l’asciugatura naturale, specialmente nelle stagioni più fredde, si possono comprare asciugacapelli specifici per bambini, che raggiungono solo basse temperature e hanno getti molto delicati. In ogni caso, però, il capo del neonato va trattato con estrema cura, e quindi si consiglia di asciugare i capelli soltanto al naturale.

Secondo Mese del Neonato – Cosa Bisogna Sapere

Il secondo mese del neonato rappresenta per la mamma un momento più tranquillo, le abitudini cominciano a essere presenti e anche gli appuntamenti con poppate e cambi di pannolino diventano meno pesanti dal punto di vista fisico.

Per ritrovare la forma fisica, è importante muoversi e seguire una dieta mediterranea, la mamma potrà mangiare di più proprio per il fatto di dovere comunque sostenere l’allattamento naturale del piccolo, come i pediatri consigliano. Una passeggiata con il piccolo in carrozzina, però, potrà aiutare a rimettersi e costituirà un ottimo allenamento per dimagrire e riprendere forza a gambe e braccia. Scegliendo le ore più calde in inverno, si eviterà di esporre il neonato al freddo, avendo però cura di evitare questi orari se il bambino dovesse raggiungere il secondo mese di età in piena estate.

Nel secondo mese di vita, dopo che anche l’ultimo pezzettino di cordone ombelicale è andato via, si possono creare delle aspettative sbagliate, da evitare per non creare disagi al neonato. Un esempio è la gestione del rapporto sonno veglia. I bambini molto piccoli dormono se hanno sonno e si svegliano quando hanno fame, oppure semplicemente si sentono pieni di energia. Il problema è che i neonati non fanno differenza tra il giorno e la notte e che ognuno gestisce a suo modo la cosa, inutile chiedere ai parenti come si fa, la cosa importante è abituare gradualmente il bambino alla differenza tra notte e giorno.

Di base nel secondo mese si dorme meno rispetto al primo mese, si passa dalle 16 ore alle 12 ore senza troppi problemi. Si tratta di una media, ci sono bambini che, per indole, potrebbero comunque dormire 18 ore anche nel secondo mese. La cosa importante da verificare è come il bambino si sveglia, se è tranquillo, quindi va tutto bene, non c’è da preoccuparsi, ma sarà il caso di prendere provvedimenti nei mesi successivi.

La differenza tra il giorno e la notte deve dipendere dal comportamento dei genitori. Il sonno deve essere una cosa naturale, niente canzoncine, ma semmai è bene lasciare il bambino in culla con un bacio dopo avere mangiato. In questo modo, si addormenterà da solo. Il dove dormire dovrebbe cambiare in base alle circostanze, di giorno, il bambino può dormire in carrozzina, ma se si tratta di dormire perché è ormai buio, l’ideale sarebbe la culla, accanto al letto di mamma e papà.

La mamma dovrebbe fare in modo di riempire di attività i giorni del bambino, mostrargli la luce e fargli capire che è quello il momento per stare svegli aiuterà, anche se qualche bambino potrebbe decidere di fare un riposino nel pomeriggio. I bambini, sia in culla che in carrozzina, vanno appoggiati a pancia in su. Il bambino potrebbe decidere di dormire di lato, nei primi mesi di vita questo è da evitare, ma ci sono piccole strategie per costringere il piccolo a dormire a pancia in su. Potresti usare dei braccioli con le lenzuola, oppure utilizzare un cuscino particolare, sono disponibili in commercio e sono diversi dai normali cusicini, tra gli accessori per la culla.  In questo modo, si eviteranno problemi, anche se la mamma, dal proprio letto, potrà intervenire in qualsiasi momento.

Al secondo mese, si dovrebbe ormai sapere che l’igiene è fondamentale, soprattutto quando si cambia il pannolino. Prima di mettere quello nuovo, sarà necessario lavare la zona interessata con acqua corrente e tiepida. L’opera va completata con un detergente e una crema che si usano per prevenire e curare eventuali irritazioni. Per il lavaggio delle parti intime, l’operazione richiede la dovuta delicatezza, ma il lavaggio deve mantenersi esterno. Meglio evitare di utilizzare il talco in queste zone, per evitare irritazioni.

A questa età, i bambini possono essere molto tesi, si tratta di una situazione normale, che passa con il tempo. I sintomi, però, possono spaventare. Nonostante non abbia bisogno di niente, il bambino, a una certa ora, comincia a piangere e a innervosirsi. Il fenomeno può durare anche più di un’ora e per calmarlo ognuno deve trovare le sue strategie, ci sono bambini a cui basta la presenza di un adulto che lo coccoli per calmarsi e altri che preferiscono girare con il papà per trovare la tranquillità. Anche qui, ogni bimbo è speciale e va aiutato in modo diverso, andando per tentativi.

Altra questione sono le crosticine bianche che possono comparire sul viso e sulla testa del bambino. Di solito, passano nei mesi successivi e sono normali, la pelle si sta rigenerando e, per aiutare il bambino, puoi ammorbidire questi punti con olio di mandorle dolci. Alla fine, potrai usare una garza per rimuoverla in modo delicato.

Primo Mese del Neonato – Cosa Bisogna Sapere

Il primo mese di vita è il più difficile, sia per il piccolo che per la mamma. Il primo deve affrontare la vita fuori dalla protezione dell’utero materno e non sa distinguere ancora tra il giorno e la notte:,probabilmente, è convinto che le cose arrivino automaticamente al suo pianto.

I primi quaranta giorni di vita sono anche considerati dagli esperti i giorni del pianto del puerperio, perché, per qualsiasi esigenza, il neonato non ha altri strumenti per richiedere le dovute attenzioni. Molta attenzione va fatta nel capire quelle che sono le esigenze del piccolo, se gli serve solo compagnia, basterà vedere quanto tempo passa dal nutrimento. Difficile che abbia fame se ha appena mangiato. Si può provvedere, però, cullandolo e cambiandolo. In questo modo, si sentirà rassicurato e eviterà, nel tempo, ulteriori capricci e tu saprai dargli da subito indicazioni per il giusto rapporto con il cibo.

Per la mamma, invece, è tempo di riprendersi, sia fisicamente che mentalmente, dall’impresa della nascita, il primo consiglio è di sfruttare ogni ritaglio di tempo per rimettersi in forze, approfittando anche di giorno se il bambino sta dormendo e cercando di affidare a qualcuno, parente o domestico, la gestione della casa. Riprendere un’attività fisica moderata e quelle piccole occasioni per prenderti cura di te saranno un vantaggio anche per il tuo bambino, al quale trasmetterai sicurezza e serenità.

Il primo mese è anche il periodo in cui il bambino si abitua al nutrimento materno. L’allattamento naturale avviene per gradi e devi essere tu a spiegare a gesti al bambino come comportarsi se ha fame. Il modo migliore è prendere l’aureola del seno e fare in modo che il neonato si attacchi facilmente. Per il singolo pasto, è bene usare una sola mammella. Per garantire anche il giusto apporto affettivo, è importante tenere una posizione comoda sia per la mamma che per il bambino, avendo cura che la mamma sia abbastanza rilassata, per il corretto flusso di latte. Il bambino, nel primo periodo, ha fame circa ogni tre ore e chiama con il pianto la mamma: nei primi giorni, però, le richieste potrebbero essere fino a dodici durante il giorno. Il consiglio è di assecondare sempre il bambino, avendo cura di svegliarlo dopo dieci minuti se si addormenta durante la poppata, per completare l’opera.

La mamma ne esce comunque stanca da questo processo, oltre a avere uno stile di vita sano dal punto di vista alimentare, la neo mamma dovrebbe bere più acqua del solito, per compensare quanto il neonato ha assunto con la poppata. In questo modo, si riesce a dare il giusto nutrimento al bambino, ma ci si potrà anche riprendere dalla fatica. Se fumi, durante l’allattamento dovresti cercare di evitare, anche gli alcolici possono influire sul latte materno, quindi fai molta attenzione alla tua dieta. Questi consigli sono validi anche nel periodo della gravidanza, perché le sostanze possono influire sul feto già prima della nascita.

Se, invece, preferisci l’allattamento artificiale, sappi che non potrai assecondare sempre il tuo bambino, ma dovrai tenere conto di quello che ti dice il medico. Il nutrimento migliore è quello in polvere, che va preparato con acqua calda. Quando l’acqua avrà raggiunto almeno i 70 gradi, potrai aggiungerci la polvere. Il latte deve essere tiepido per essere gustoso per il bambino. Ricorda che gli elementi del biberon vanno sterilizzati con acqua calda subito dopo l’uso, basta immergerli e tenerli in ammollo per meno di trenta minuti.

Oltre all’allattamento, il primo mese di vita porta la questione del cordone ombelicale che, per sicurezza, i medici conservano, con la formazione del classico funicolo. Ora, il pezzettino sparirà nei giorni successivi, ma nel frattempo va protetto durante il bagnetto o il cambio del pannolino. La prima cosa è l’igiene, quando cambi il pannolino, lava bene questa zona e usa l’alcol che si usa per igienizzare le ferite per inumidire una garza, da applicare su questo elemento prima di mettere il pannolino, dopo avere asciugato la zona con una spugna.

Per il bagnetto la delicatezza è tutto. Il bambino va appoggiato seduto e immerso solo in piccolissima parte in acqua tiepida. Il bagnetto deve essere una cosa molto veloce, ma è efficace per conciliare il sonno. Nel primo mese di vita possono accadere cose che possono spaventare le mamme impreparate: per esempio, nelle bambine può succedere di perdere delle piccole macchie di sangue. Il consiglio è di ricorrere al pediatra solo se l’episodio si ripete.

Un altro esempio è la questione dei brufoli. Questi non devono essere toccati con creme particolari e con le dita. Di solito spariscono da soli, ma la mamma attenta dovrà comunque provvedere a lavare il viso del neonato, sempre con delicatezza. Il tuo bambino ha bisogno di cure costanti, ma soprattutto del tuo amore e della tua gioia.

Sesto Mese del Neonato – Cosa Bisogna Sapere

L’avvenimento che caratterizza principalmente il sesto mese di un neonato è lo svezzamento. Quando il bambino inizia a mettere i denti, i genitori devono modificare gradualmente la sua alimentazione, introducendo nella dieta quotidiana cibi dalla consistenza solida. Il latte non va eliminato, sopratutto se si tratta di quello naturale proveniente dal seno della madre, ma va soltanto ridotto lentamente nell’arco dei mesi successivi, in favore di cibi più consistenti, che consentano un maggiore apporto di calorie.

Cosa sa fare il neonato

Il neonato di sei mesi distingue in modo perfetto le persone conosciute rispetto a quelle nuove.
Il bambino riesce a identificare in modo preciso la provenienza dei rumori e a distinguere i suoni piacevoli dai rumori fastidiosi.

In questo periodo al bambino piace sedersi e prova a fare questo spesso, anche se ha ancora bisogno di aiuto.
In posizione seduta non riesce infatti a tenere la schiena eretta, per questo motivo è importante aiutarlo nei movimenti.

L’alimentazione del bambino di sei mesi

I principali alimenti presenti nell’alimentazione di un bambino, che vive le primi fasi dello svezzamento, sono la  passata di verdure, molto morbida e liquida, ricca di sali minerali e ferro; la crema di mais e di riso, una pappa colma di carboidrati che contribuisce a dare energia al bambino; la carne bianca frullata, ricca di proteine; lo yogurt alla frutta o la frutta, frullata e tagliata a pezzi, per il giusto apporto di vitamine quotidiane.

Vi sono alcuni alimenti, però, che non devono essere somministrati almeno fino ai tre anni compiuti, come i frutti di mare, la carne rossa, i pesci crudi; altri che non dovrebbero essere mai offerti come il te, il caffè, le bevande alcoliche, il burro, i formaggi grassi e stagionati, le spezie piccanti, tutti i tipi di insaccati, le bibite zuccherate e contenenti eccitanti.

Allergie alimentari

Con l’introduzione di questi nuovi cibi nella dieta del bambino di sei mesi possono scatenarsi delle allergie alimentari più o meno gravi con dei sintomi comuni, quali la diarrea, i gonfiori, l’orticaria, le dermatiti, il vomito, la febbre, la rinite, il prurito e alcuni malesseri generali, che possono rendere il bambino spossato.

Gli alimenti che più frequentemente causano tali sintomi sono l’uovo, che va introdotto con cautela, la frutta secca, anche questa da introdurre a piccole dosi, il pesce e il latte artificiale, cioè quello di mucca o comunque non prodotto dalle donne.

Nel caso in cui il bambino presenti anche solo uno dei sintomi indicati in precedenza, va condotto dal medico per effettuare degli esami diagnostici, i prick test, delle modalità non invasive, che consistono nel mettere il neonato a contatto con l’ipotetica sostanza allergizzante, per esaminare la sua reazione. Se il piccolo non reagisce all’esame, è necessario ricorrere a delle analisi più specifiche come quelle al sangue.

Alcuni medici sostengono che i cibi, a cui i bambini risultano allergici dalla tenera età vadano completamente eliminati dall’alimentazione  per evitare ulteriori danni e peggioramenti. Altri, invece, sostengono la somministrazione di questi cibi in piccole dosi giornaliere o settimanali, in modo da abituare l’organismo del bebè a essere maggiormente tollerante.

Problemi intestinali nel neonato di sei mesi

Inserendo i nuovi alimenti nella dieta del bebè, può capitare che, a parte i sintomi allergici, si presentino alcuni problemi intestinali come i dolori di stomaco, la diarrea e le scariche frequenti. Se il piccolo scaricasse nel pannolino feci liquide con un odore acido e contenenti muco per più di tre volte in un’ora, allora si tratterebbe molto probabilmente di un’infezione intestinale.

Se l’infezione intestinale persiste, è obbligatorio contattare il pediatra, e valutare insieme se effettuare un esame diagnostico specifico per la patologia, l’esame delle feci, affinché si identifichi il tipo di batterio presente nello stomaco e si neutralizzi con una cura mirata. Se l’infezione è lieve e il medico non ritiene necessario l’impiego di medicinali, potrebbe consigliare unicamente di fare bere al bambino una granda quantità di acqua, per farlo depurare e fargli espellere le sostanze di scarto.

Secondo le più autorevoli società scientifiche e pediatriche del mondo, un bebè durante il periodo che intercorre tra i sei mesi e i dodici mesi di vita, dovrebbe scaricare nel pannolino un minimo di 5 volte a settimana e un massimo di 28. Nel caso in cui il piccolo non rispettasse questi standard e espellesse feci con pochissima frequenza e con una durezza superiore alla norma, si tratterebbe sicuramente di stitichezza causata dall’introduzione dei nuovi cibi.

La stitichezza è probabilmente provocata dal lento adattamento dello stomaco del bambino alla nuova dieta impartita dai genitori. Per evitare il presentarsi di questa patologia o che la stessa peggiori, è consigliato sostituire la frutta cruda con prugne o con pere cotte, tagliare in porzioni più piccole gli alimenti e dare nuovamente al piccolo il latte materno, se eliminato.

Se il bambino manifestasse intensa difficoltà nello scaricarsi, mal di stomaco o dolori al culetto, sarebbe idoneo aiutarlo con una supposta a base di glicerina. Naturalmente se la situazione si prolungasse e non migliorasse, bisognerebbe chiedere un consulto al pediatra per valutare un’altra soluzione.