In questa guida proponiamo alcuni consigli su come togliere il ciuccio.
Il ciuccio è un’oggetto che viene concesso ai bambini a partire dai primi giorni di vita, per arrivare spesso anche dopo i 2 anni, come sorta di sostituzione al seno materno. Risulta essere un conforto per il bambino che grazie a esso evita di piangere e lamentarsi. Viene usato, però, anche come scudo dai più grandi, che magari non hanno voglia di parlare, che si credono troppo timidi o perché sono semplicemente annoiati.
Questo può portare a vari disagi come mancato sviluppo verbale o deformazione della bocca e del palato, con la conseguente malformazione dei denti definitivi.
Il ciuccio, secondo alcuni studi, porta però al bambino anche parecchi benefici. Pe esempio, nei bambini pretermine che non sono capaci di alimentarsi da soli, il ciuccio ha l’effetto di aumentare la predisposizione all’alimentarsi autonomamente al seno.
Questi benefici risultano però inutili in età avanzata e è quindi necessario che ogni genitorie adotti delle strategie per convincere il figlio ad abbandonare definitivamente il ciuccio, così da potere parlare liberamente con gli altri bambini e diventare anche molto più estroverso.
L’obiettivo si può raggiungere gradualmente o in maniera netta. Si può, per esempio, privare il proprio figlio del ciuccio in certi orari della giornata, come durante la visione di un film, mentre colora coi pastelli, durante la notte o mentre fa i suoi bisogni in bagno. Alcuni genitori insegnano al bambino a ciucciarsi il dito sostituendolo al ciuccio, eliminare un vizio per introdurne un altro, però, non è sicuramente la strada migliore.
Ecco, invece, alcune strategie convincenti e efficaci da adottare.
Togliere il ciuccio durante i primi mesi di vita del bambino, a 8 o a 9 mesi magari, così da non dovergli dare nessuna spiegazione o motivazione.
Convincere il bambino a smettere di utilizzare il ciuccio, dicendogli spesso che gli altri bambini non lo hanno e facendogli notare che è diverso e che per questo potrebbe non essere accettato.
Fargli capire che è una cosa da piccoli e che invece ormai lui è cresciuto, quindi puntare sugli obiettivi adeguati alla sua età.
Offrire con lui il ciuccio agli elfi, alle fate, ai gatti, a un uccellino, facendogli trovare un piccolo regalo sotto il cuscino o dentro la buca delle lettere.
Elencargli tutte le azioni che non può compiere con il ciuccio, come cantare le sigle dei cartoni animati, baciare la mamma e fare le boccacce.
Scegliere come giorno dell’eliminazione del ciuccio una data simbolica, come il suo compleanno. In questo modo il bambino non potrà chiedersi come mai proprio oggi.
Imbevere il ciuccio in un liquido o sostanza ovviamente commestibile, ma che non piace al bambino, come caffè o aranciata. Il ciuccio è un materiale che cattura le fragranze e i sapori, e in questo modo il bambino potrebbe non gradirne più il gusto.
Fare uno scambio, dicendogli che deve vendere il ciuccio per potere comprare un altro oggetto, come un peluche, una bambola, un robot.
Organizzare una caccia al tesoro per fargli recuperare il ciuccio scomparso e fargli trovare dentro la scatola della soluzione un giocattolo, comunicandogli che il ciuccio si è trasformato.
Romperlo, dicendogli che lo ha morso il cane o è caduto dal balcone.
Leggergli dei libri che mostrino le controindicazioni del ciuccio o semplicemente spiegarglielo con parole facili.
Approfittare di una febbre o di un raffreddore, per dirgli che la causa è stata il ciuccio.
Convincerlo a modificare con lui il ciuccio, trasformandolo con delle forbici in una farfalla o in un fiore.
Insegnargli il sentimento della compassione, donandolo ai bambini poveri o meno fortunati di lui.
All’inizio l’abbandono del ciuccio può essere traumatico, alcuni bambini addirittura piangono o non parlano per giorni. La situazione, però, è naturalmente solo temporanea, quindi il genitore non dovrà spaventarsi alle reazioni del piccolo e mai dovrà cedere restituendogli l’oggetto del suo desiderio. In questo modo si renderebbe infatti anche poco credibile ai suoi occhi.