I Bambini

Guide Utili sui Bambini

Come e Quando Togliere il Pannolino – Guida

In questa guida mettiamo a disposizione alcuni consigli utili su quando e come togliere il pannolino.

Il pannolino è il migliore amico del neonato. Lo fa sentire protetto, a volte scomodo, ma è un indumento indispensabile, fino a quando il bambino non impara a utilizzare vasino e water, oggetti molto temuti dai più piccoli.

come togliere il pannolino

Quando e come togliere il pannolino sono assolutamente delle scelte soggettive, che variano a seconda delle esigenze dei genitori e della maturità dei bambini. Ci sono persone che addirittura obbligano i figli, non pronti, a stare senza pannolino dai sei mesi in poi, e altri, che, invece, aspettano il più possibile; vi sono addirittura bambini che non vogliono portare il pannolino e che desiderano usare i servizi igienici, magari perché l’indumento non è della misura giusta e risulta essere scomodo, oppure perché vogliono sentirsi grandi e si considerano pronti.

Quando togliere il pannolino

Una cosa però è certa, il pannolino è assolutamente vietato ai bambini dai 2 anni in su, che si approssimano a frequentare l’asilo, ambiente in cui questo indumento non è consentito, visto che le maestre e le bidelle non possono cambiare i piccoli e pulirli nell’arco della giornata, ma ogni bambino dovrebbe iniziare la scuola, già sapendo cavarsela da solo in bagno.

In media il pannolino va tolto durante la primavera, per fare passare al bambino la prima estate senza questo indumento e consentirgli di abituarsi in previsione di settembre. Un altro motivo, per il quale è consigliabile introdurre questo cambiamento in primavera e a ridosso dell’estate, è perché i vestiti estivi sono leggermente più gestibili dal punto di vista del lavaggio e del trasporto e quindi, nel caso in cui il bambino li sporcasse, costerebbe meno fatica per i genitori occuparsene.

Come togliere il pannolino

Si consiglia di andare a comprare insieme il vasino nei grandi supermercati e magari di farlo scegliere al bambino, piccolo, colorato, di varie forme, con trame sul tema dei cartoni animati del momento, in qualsiasi modo esso sia, bisogna fare decidere al bambino quale voglia e accontentarlo. Naturalmente, prima o durante l’acquisto, va spiegato al piccolo cosa sia il vasino, a cosa serva, quali siano i suoi principali benefici e i suoi vantaggi rispetto al pannolino.

Risulta essere necessaria una critica nei confronti del pannolino con la conseguente esposizione di tutti i fattori negativi, bisogna fare capire al bambino che il pannolino è ingombrante, troppo stretto, che modifica le sue forme e sopratutto, frase spaventosa per i bambini, è da piccoli.

I genitori, che sono intenti a prendere questa decisione, devono però sapere che sarà per loro un grande periodo di stress, in cui dovranno lavare in continuazione mutandine, slip e pantaloni, sopratutto a causa dell’urina, che viene assorbita da tutti i tessuti, che dovranno sopportare i cattivi odori e spiegare alle persone che circondano loro e il bambino cosa stia succedendo.

Come reagire agli imprevisti

Madri e padri non dovranno demordere, in quanto queste fasi sono normalissime tappe per ogni piccolo. Risulta essere necessario chiedere puntualmente al bambino se senta il bisogno di andare in bagno, naturalmente senza stressarlo troppo, ma per cercare di prevenire il danno. Risulta essere bene portarlo in luoghi in cui sono disponibili servizi igienici, come negozi, parchi, case.

Nel caso in cui, molto raro ma possibile, il bambino si rifiuti di andare in bagno, non bisogna assolutamente ritornare sui propri passi rimettendo il pannolino, questo è diseducativo per il bambino, che potrebbe poi metterci moltissimo a raggiungere le propria autonomia. Piuttosto, è possibile abituarlo a sentirsi costantemente bagnato o con cattivi odori addosso, in modo da metterlo in imbarazzo e fargli venire da solo la voglia di andare a fare i bisogni altrove.

Di solito i primi miglioramenti si notano nell’arco di 10 giorni, ma nel caso in cui i tempi si prolunghino di molto e sia già arrivato il momento della scuola, è bene comunicare la faccenda alle insegnanti e trovare un compromesso con loro, se si dichiarassero assolutamente intransigenti sul tema, sarebbe meglio prendere una baby sitter o provare in un altro asilo, ma in nessuna occasione sarebbe consigliato rimettere il pannolino.

Come Fare Addormentare i Bambini

In questa guida mettiamo a disposizione alcuni consigli utili su come fare addormentare i bambini.

Dormire da soli fa parte di quei piccoli passi di indipendenza che i bambini più piccoli devono affrontare. Come ogni novità, è necessaria molta pazienza da parte dei genitori e un periodo di transizione, che può variare da bambino a bambino.

come fare addormentare i bambini

Agli inizi, il bimbo non riconosce la differenza tra il giorno e la notte, dormendo semplicemente quando ha sonno e svegliando i genitori a qualsiasi orario. I genitori dovranno, di conseguenza, tenere sveglio il bambino durante il giorno, anche con una musica dolce, a partire dai sei mesi di vita, per abituarlo alla gestione del sonno veglia.

Già dopo i primi sei mesi, è importante che il bambino non dorma con la mamma, ma nella sua culla, magari vicina al letto dei genitori. Dopo il primo anno di vita, il bambino dovrà prendere possesso della sua stanza. Abitua il tuo bambino alla parola magica Buonanotte, al quale dovrà seguire il tuo Buonanotte di rimando. Questa formula di congedo serve per staccarsi dal bambino e lasciarlo dormire nella sua stanza. In qualche caso, dovrai essere forte per assicurare l’indipendenza del tuo bambino, anche se piange, dovresti pensare di lasciarlo comunque da solo, dopo averlo rassicurato sul fatto che non c’è nulla da temere se dorme da solo nella stanza.

Se il bambino ha un incubo e corre nella tua stanza in cerca di aiuto, allora potrai aiutarlo al meglio, ma sappi che il primo periodo in cui il bambino dorme da solo è sempre traumatico, abbi pazienza e resta fermo. Se il bambino non è abbastanza maturo, potrete riprovarci in un secondo momento. Alcuni bambini si rifiutano di dormire da soli perché hanno paura del buio. In questo caso, le soluzioni sono tre:

Usare una lucetta. Si tratta di una piccola luce, da attaccare direttamente alla presa di corrente. Serve per tranquillizzare il bambino, visto che la stanza non risulta totalmente buia.

Tenere la porta solo socchiusa, in modo che filtri di luce

Usare una luce graduale. Alcune lampadine non si spengono subito, ma gradualmente. Questa gradualità può aiutare il bambino a dormire da solo, rendendosi più indipendente.

Il sonno del bambino va accompagnato in qualche modo, piccoli gesti, come leggere una fiaba insieme, oppure portare una camomilla al bambino tutte le sere, può aiutare. Ricorda che l’abitudine nei più piccoli significa dare sicurezza e indipendenza. L’autonomia si raggiunge a piccoli passi, giocando insieme.

Come Togliere il Ciuccio

In questa guida proponiamo alcuni consigli su come togliere il ciuccio.

Il ciuccio è un’oggetto che viene concesso ai bambini a partire dai primi giorni di vita, per arrivare spesso anche dopo i 2 anni, come sorta di sostituzione al seno materno. Risulta essere un conforto per il bambino che grazie a esso evita di piangere e lamentarsi. Viene usato, però, anche come scudo dai più grandi, che magari non hanno voglia di parlare, che si credono troppo timidi o perché sono semplicemente annoiati.

come togliere il ciuccio

Questo può portare a vari disagi come mancato sviluppo verbale o deformazione della bocca e del palato, con la conseguente malformazione dei denti definitivi.

Il ciuccio, secondo alcuni studi, porta però al bambino anche parecchi benefici. Pe esempio, nei bambini pretermine che non sono capaci di alimentarsi da soli, il ciuccio ha l’effetto di aumentare la predisposizione all’alimentarsi autonomamente al seno.

Questi benefici risultano però inutili in età avanzata e è quindi necessario che ogni genitorie adotti delle strategie per convincere il figlio ad abbandonare definitivamente il ciuccio, così da potere parlare liberamente con gli altri bambini e diventare anche molto più estroverso.

L’obiettivo si può raggiungere gradualmente o in maniera netta. Si può, per esempio, privare il proprio figlio del ciuccio in certi orari della giornata, come durante la visione di un film, mentre colora coi pastelli, durante la notte o mentre fa i suoi bisogni in bagno. Alcuni genitori insegnano al bambino a ciucciarsi il dito sostituendolo al ciuccio, eliminare un vizio per introdurne un altro, però, non è sicuramente la strada migliore.

Ecco, invece, alcune strategie convincenti e efficaci da adottare.

Togliere il ciuccio durante i primi mesi di vita del bambino, a 8 o a 9 mesi magari, così da non dovergli dare nessuna spiegazione o motivazione.

Convincere il bambino a smettere di utilizzare il ciuccio, dicendogli spesso che gli altri bambini non lo hanno e facendogli notare che è diverso e che per questo potrebbe non essere accettato.

Fargli capire che è una cosa da piccoli e che invece ormai lui è cresciuto, quindi puntare sugli obiettivi adeguati alla sua età.

Offrire con lui il ciuccio agli elfi, alle fate, ai gatti, a un uccellino, facendogli trovare un piccolo regalo sotto il cuscino o dentro la buca delle lettere.

Elencargli tutte le azioni che non può compiere con il ciuccio, come cantare le sigle dei cartoni animati, baciare la mamma e fare le boccacce.

Scegliere come giorno dell’eliminazione del ciuccio una data simbolica, come il suo compleanno. In questo modo il bambino non potrà chiedersi come mai proprio oggi.

Imbevere il ciuccio in un liquido o sostanza ovviamente commestibile, ma che non piace al bambino, come caffè o aranciata. Il ciuccio è un materiale che cattura le fragranze e i sapori, e in questo modo il bambino potrebbe non gradirne più il gusto.

Fare uno scambio, dicendogli che deve vendere il ciuccio per potere comprare un altro oggetto, come un peluche, una bambola, un robot.

Organizzare una caccia al tesoro per fargli recuperare il ciuccio scomparso e fargli trovare dentro la scatola della soluzione un giocattolo, comunicandogli che il ciuccio si è trasformato.

Romperlo, dicendogli che lo ha morso il cane o è caduto dal balcone.

Leggergli dei libri che mostrino le controindicazioni del ciuccio o semplicemente spiegarglielo con parole facili.

Approfittare di una febbre o di un raffreddore, per dirgli che la causa è stata il ciuccio.

Convincerlo a modificare con lui il ciuccio, trasformandolo con delle forbici in una farfalla o in un fiore.

Insegnargli il sentimento della compassione, donandolo ai bambini poveri o meno fortunati di lui.

All’inizio l’abbandono del ciuccio può essere traumatico, alcuni bambini addirittura piangono o non parlano per giorni. La situazione, però, è naturalmente solo temporanea, quindi il genitore non dovrà spaventarsi alle reazioni del piccolo e mai dovrà cedere restituendogli l’oggetto del suo desiderio. In questo modo si renderebbe infatti anche poco credibile ai suoi occhi.

Vasino per Bambini – Come e Quando Iniziare

Con l’estate, il pannolino diventa fastidioso, soprattutto per i bambini che hanno superato i 20 mesi di età e che sono, di conseguenza, più consapevoli.

I neonati, infatti, non riconoscono le feci come proprie, mentre i bambini leggermente più grandi, cominciano già a rendersi più conto della situazione.

Questo periodo di vita rappresenta il migliore per insegnare al bambino prima a usare il vasino e, successivamente, il water come gli adulti. Il passaggio intermedio del vasino non è obbligatorio, ma in molti casi risulta necessario per le esigenze pratiche dei più piccoli.

Anche se l’età in cui si raggiunge una certa consapevolezza è tra un anno e mezzo e i due anni, alcuni bambini potrebbero aver bisogno di tempo, mentre altri possono essere più precoci. Il primo segnale che dovrebbe far capire ai genitori che è il momento giusto per proporre il vasino è il fatto che il bambino chiama quando ha fatto, questo significa che è consapevole e che si può partire con i primi tentativi.

A dare una mano ai genitori ci pensano anche i prodotti in commercio, i pannolini indicano nella confezione l’età consigliata. Per i bambini che stanno imparando a usare il vasino, i pannolini diventano più leggeri e più simili alle mutandine. In ogni caso, è necessario essere molto delicati e graduali.

Risulta essere importante iniziare prima a usare un pannolino più leggero, proponendo al bambino l’uso del vasino anche sotto forma di gioco, oppure per fare come i grandi.

Può capitare di dover chiedere al bambino se è necessario accompagnarlo in bagno o meno. Questa operazione andrebbe fatta circa ogni 4 ore, in base alle esigenze dei più piccoli e senza costringere il bambino a stare seduto sul vasino se non se la sente.

Alcuni atteggiamenti possono essere traumatizzanti ed è importante essere fermi, ma anche abbastanza docili. Nel primo periodo, è normale che il bambino non riesca a trattenersi, oppure che sia necessario cambiarlo, ma la cosa importante è mantenere un certo distacco e non sgridare i più piccoli.

I genitori dovrebbero sfruttare l’estate perché il bambino nota subito il vantaggio di stare più leggero, ma la cosa importante è informare anche tutte le persone che sono vicine al bambino della decisione di insegnare al vasino.

In questo modo, anche chi lavora nell’asilo nido, la baby sitter e i parenti potranno dare il proprio contributo per risolvere la situazione.

In qualche caso, potrebbe essere necessario tornare al pannolino per qualche mese, oppure cercare di capire perché il bambino teme di usare il vasino, è probabile che un’esperienza negativa possa causare il fenomeno.

In base all’età, si può pensare di consultare un esperto, ma di solito la cosa si risolve con un sorriso di mamma e papà. Per imparare a gestire gli sfinteri, è necessario passare un periodo di transizione, quando si esce, per motivi pratici, si possono continuare a usare pannolini leggeri.

La fretta non fa altro che creare conflitti tra genitori e figli, quindi è importante che il tempo faccia il suo corso.